Ultima modifica: 1 Maggio 2020

Molte criticità della scuola che non si vogliono affrontare

Alcuni sindacati e associazioni di categoria e molti dsga, aspirano al ruolo di dirigenti, non ci vogliono stare alle dipendenze del DS, il  legale rappresentante dell’istituzione scolastica, ma qualcuno lo deve pur ricoprire questo ruolo e non può essere un DSGA, ex responsabile amministrativo, ex segretario, ex ……………. ex.

Il DS infatti, deriva dalla figura del Preside, il vecchio organo che rappresentava il vertice della scuola “pre-autonomia” ed è per naturale continuità che è stato designato quale dirigente scolastico delle istituzioni scolastiche.

Gli ex responsabili amministrativi e gli ex presidi, sono diventati DSGA e DS perché lo Stato ci ha messo la solita pezza, è giusto determinare dei nuovi requisiti per aspirare ad entrambi i ruoli, ma così come hanno strutturato l’accesso ai profili, si crea per forza di cose conflittualità tra le 2 figure.

Per fare il DS va bene qualsiasi laurea magistrale, da lettere, a filosofia a giurisprudenza, ma il requisito fondamentale è avere 5 anni di anzianità come docente e non è possibile aspirare a fare il DS se non sei stato un docente, cioè si accede a tale profilo solamente con concorsi riservati (non è previsto dall’ordinamento bandire concorsi ordinari per fare il dirigente scolastico).

Per fare il DSGA, che nella scuola riveste il ruolo di semplice funzionario, ci vuole una laurea specifica, sempre magistrale, e possono accedere tutti gli italiani che hanno i requisiti di partecipazione al bando, attraverso un concorso ordinario (aperto a tutti),

Due galli nello stesso pollaio non ci possono stare, i DSGA quindi per aspirare ad avere il ruolo di dirigenti, si devono licenziare e fare i docenti e dopo 5 anni di anzianità potranno finalmente fare i DS, questo è ciò che prevede la normativa attuale.

Va ripensato tutto, questa è la scuola del 900’ con delle pezze messe, per far finta che sia la scuola del 2000, nel mondo scolastico siamo tutti vecchi, c’è lo ha confermato COVID-19, anche i presunti giovani che entrano e entreranno sono già vecchi, nella visione, nell’atteggiamento, nei confronti della scuola e dello Stato, quando un presunto giovane aspira a fare il DSGA, è preoccupante, vuol dire che è un ragazzo/a che non ha alternative e la colpa è della nostra società, una scuola che fa fare i precari a delle persone di 30/40/50 anni è una vergognosa dittatura.

In ogni posto di lavoro prima si fa un colloquio e poi si assume, la scuola funziona al contrario, prima ti fa lavorare per anni e poi ti fa fare un colloquio per assumerti, pretendendo poi di giudicarti in 80 o 100 minuti per il lavoro svolto da anni e anni, e poi dirti grazie non sei all’altezza, sarebbe giusto che tutti gli studenti citassero per danni il Ministero della Pubblica Istruzione, per aver “subito” un insegnamento da persone inadatte alla docenza.

C’è da riparlare del sistema di reclutamento ancorato ancora al giurassico sistema concorsuale dei primi del 900’, l’evoluzione proposta sono i fantomatici quiz, già obsoleti negli Stati Uniti dal 2000 perché reclutavano solo persone super specializzate, ma incapaci ad adattarsi al minimo cambiamento sociale, politico e culturale del paese ed hanno abbandonato tale sistema di reclutamento ”antieconomico”.

Un esempio, una decina di anni fa il Miur fece dei corsi sulla nuova didattica legata alle nuove tecnologie, quando iniziò il corso, quel sistema proposto era già superato.

Il merito e tutt’altro, deve essere valutato in modo serio, lo sappiamo tutti riconoscere chi è bravo oppure no, chi è un fannullone e chi invece ha voglia di lavorare, manca il “coraggio” di applicarlo, troppe tessere, troppi interessi …………….. troppo codardi.

Ci sono delle regole da applicare e rispettare, ma devono essere rispettate in primis da chi le legifera, non si può sopportare che la PA si permetta di fare ciò che crede , ti prende, ti usa e poi ti getta, con quale coscienza poi pretende il rispetto dai sui dipendenti/cittadini, ti faccio lavorare per 20 anni come DSGA/Docente e poi non mi riconosci il ruolo e lavoro svolto, il tutto per incapacità di affrontare e risolvere i problemi della scuola italiana in capo all’Amministrazione Pubblica, ai Politici e ai Dirigenti,

non è moralmente accettabile che pagano solo gli sfruttati.

 

La scuola siamo NOI ed è un’altra cosa.

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